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Maestra, cosa c'è nella tua borsa?

di Martina Scrivo

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classe

“Maestra cosa c'è nella tua borsa?”

La domanda non è solamente il frutto dell'irrefrenabile curiosità dei bambini, ma anche della voglia comune di capire quale sia il vero e proprio bagaglio dell'insegnante e sapere cosa porti sempre con sé.

 

Per rispondere a questa domanda bisogna “frugare” tra le strategie, le tecniche, i metodi, la competenza e l'esperienza, per scoprire poi quanto tutto questo sia intriso del suo carattere, delle sue particolarità, del suo stile.

Il bagaglio dell'insegnante infatti, non è soltanto ricco di competenza e professionalità, ma nel suo lavoro mette sempre in prima linea sé stesso, la propria forza e la propria emotività, il suo umore e i suoi timori.
 

Non possiamo pensare che l'insegnante abbia sempre a disposizione nella sua grande borsa magica tutto ciò che in quel momento serve; quella è una capacità esclusiva che lasciamo alla fantastica Mary Poppins, educatrice evergreen che ha fatto divertire un po' tutti ma che deve far riflettere non soltanto sull'impossibilità di volare con il famoso ombrello magico, ma soprattutto sull'importanza di liberarsi dalla gabbia dell'ideale dell'insegnante perfetta, che sa sempre rispondere in maniera impeccabile alle mille domande, dall'umore sempre alto, amabile, che è coerente e costante.

 

Quando si lavora con i bambini l'autenticità è un elemento fondamentale che permette di stabilire una relazione positiva e costruttiva.

Quando si ha ben a mente questo e viene fermata la corsa verso il podio della maestra perfetta, si può cominciare a strizzare l'occhio a tecniche, strategie e strumenti.

 

Questi sono naturalmente tantissimi e non tutti possono essere utilizzati come un pacchetto preconfezionato adatto ad ogni occasione, ogni ragazzo ed ogni situazione; per questo è bene che se ne conoscano quanti più possibile in modo che ogni insegnante possa scegliere tra un ventaglio di proposte quelle che facciano più al caso suo, che calzino a pennello su di sé e sui propri ragazzi.

 

Cercheremo, quindi, di proporre alcune strategie e strumenti che possano dimostrarsi utili nel lavoro quotidiano dell'insegnante, in questo e nei successivi articoli.
Ci si riferirà all'intero gruppo classe in cui l'insegnante si trova a vivere ogni giorno, dove il bambino più vivace convive con quello più timido, il più “rumoroso” con quello più silenzioso e dove le mille sfaccettature dei bambini e le loro personalità si mescolano in un tripudio situazioni e realtà sempre diverse.

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La classe costituisce un gruppo e come tale non è un mero insieme di persone, bensì un sistema dinamico i cui componenti sono in continua interdipendenza ed è all'intera classe che ci rivolgiamo, proprio nel rispetto della diversità di ogni suo componente.

 

In questo articolo ci concentreremo su una strategia:

la  progettazione.

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Ma cosa significa progettare?

 

Per un insegnante progettare la giornata scolastica e le lezioni da svolgere vuol dire non lasciare nulla al caso e costruire una routine che permetta ai ragazzi di sentirsi rassicurati dalla presenza di regole precise.
In una routine ci saranno attività standard che verranno svolte quotidianamente e tendenzialmente sempre nel medesimo modo, mentre ce ne saranno altre che varieranno e che lasceranno più spazio alla creatività. Si potrà avere quindi una routine per l'accoglienza dei ragazzi in classe, per lo spostamento da un'aula all'altra o per l'uscita dalla scuola.

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Come progettare?

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  • I primi momenti della lezione possono essere dedicati alla discussione delle attività che si svolgeranno durante la giornata e ne verrà stabilito un ordine. L'insegnante esporrà cosa ha previsto di fare quel giorno e in cosa si cimenteranno i bambini, dando a questo un ordine ben definito che permetterà a tutti di avere ben chiaro l'andamento della giornata.

  • Definire il momento della pausa. E' importante che i bambini sappiano dall'inizio quando verrà effettuata la pausa, il vero e proprio momento della merenda e i momenti di “stacco” dalle attività che prevedono maggiore concentrazione.

  • Creare insieme agli alunni un planning settimanale su un cartellone dove inserire le attività di routine e quelle che variano quotidianamente.

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  • Definire il momento in cui vengono dettati i compiti da svolgere a casa.
    Qualora si utilizzi il diario per far appuntare i compiti ai bambini, può essere funzionale definire quale sia il momento dedicato a questo, che costituirà una routine conosciuta dai ragazzi.

  • Si può decidere di individuare a rotazione un incaricato che svolgerà le attività necessarie (distribuire le schede, ritirare i quaderni, ecc.) facendo rientrare anche questo in un'attività di routine e cambiando l'incaricato e i vari compiti di settimana in settimana.

  • Terminare la lezione qualche minuto prima per far in modo che i ragazzi possano, magari a coppia, controllare che tutte le attività indicate siano state effettivamente svolte.

     

Facciamo uno zoom!

                 

               L'assegnazione dei compiti

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Oggi la maggior parte delle scuole prevede l'assegnazione dei compiti tramite il registro elettronico e spesso non sono più quindi i bambini a prenderne nota sul diario, ma, in alcuni casi, si tratta di una comunicazione che passa direttamente dall'insegnante al genitore il quale, a casa, avrà cura di riferirglieli.

Consapevoli dell'evidente risvolto pratico di questa modalità, si riflette però sull'importanza per il bambino di prendersi cura dei propri compiti come parte del processo di crescita e responsabilizzazione.

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In questo modo diventerà lui stesso soggetto attivo del suo apprendimento non vivendo passivamente le istruzioni ricevute, dall'insegnante a scuola e dai genitori a casa.

Essendo questa una personale considerazione, sarà l'insegnante a valutare se mantenere come modalità esclusiva il registro elettronico, qualora presente, oppure se accompagnare l'innegabile praticità di questo metodo, all'utilizzo del buon vecchio diario dove i bambini possano continuare ad appuntare i loro compiti.

 

In quest'ultimo caso è possibile creare una routine anche per il momento dell'assegnazione dei compiti, mettendo in atto delle piccole accortezze:

  • Definire un momento fisso dedicato all'assegnazione che, come detto in precedenza, diventi parte della routine scolastica giornaliera.

  • Dedicare uno spazio apposito sulla lavagna per i compiti.
    Se possibile, sarebbe utile lasciare uno spazio fisso sulla lavagna, come un angolo in alto o una colonna laterale in cui verranno sempre scritti i compiti. Anche se i bambini non li appuntano sul loro diario, è utile che quando vengono assegnati, si dica loro quali siano le attività da svolgere 
    a casa.

  • Se possibile, lasciare i compiti scritti alla lavagna per l'intera giornata scolastica. L'insegnante successiva scriverà di seguito i suoi, in modo che al termine della giornata si abbia una visione completa dei compiti da svolgere.

  • A fine giornata, concludere la lezione qualche minuto in anticipo per fare in modo che i bambini controllino di aver scritto correttamente i compiti.

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Bibliografia

 

AA.VV. (2013), ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Trento, Erickson.

D’alonzo l. (2012), Come fare per gestire la classe nella pratica didattica. Guida base. Firenze, giunti Scuola.

G. Friso, V. Amadio. A. Paiano, M.R. Russo e C. Cornoldi (2011), Studio efficace per ragazzi con DSA. Un metodo in dieci incontri, Erikson.

Ordine degli Psicologi del Lazio (2016), Ebook per gli insegnanti. 4 strategie per gestire efficacemente le classi difficili.

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